lavorogratis: DAL BLOG UFFICIALE DEL CREATIVECAMPBOLLENTISPIRITI

SCHIAVI MODERNI

Il Precario nell’Italia delle Meraviglie
dal blog www.beppegrillo.it

Prefazione
Di Joseph E. Stiglitz
premio Nobel per l’Economia

Caro Beppe,
dall’Italia mi giungono notizie allarmanti: la legge sul primo
impiego viene ritirata in Francia dopo poche settimane di
mobilitazione studentesca e da voi la legge 30 resiste senza
opponenti dopo anni.
Permettimi allora una breve riflessione. Nessuna opportunità
è più importante dell’opportunità di avere un lavoro. Politiche
volte all’aumento della flessibilità del lavoro, un tema che
ha dominato il dibattito economico negli ultimi anni, hanno
spesso portato a livelli salariali più bassi e ad una minore
sicurezza dell’impiego. Tuttavia, esse non hanno mantenuto
la promessa di garantire una crescita più alta e più bassi tassi
di disoccupazione. Infatti, tali politiche hanno spesso
conseguenze perverse sulla performance dell’economia, ad
esempio una minor domanda di beni, sia a causa di più bassi
livelli di reddito e maggiore incertezza, sia a causa di un
aumento dell’indebitamento delle famiglie. Una più bassa
domanda aggregata a sua volta si tramuta in più bassi livelli
occupazionali.
Qualsiasi programma mirante alla crescita con giustizia
sociale deve iniziare con un impegno mirante al pieno
impiego delle risorse esistenti, e in particolare della risorsa
più importante dell’Italia: la sua gente. Sebbene negli
ultimi 75 anni, la scienza economica ci abbia detto come
gestire meglio l’economia, in modo che le risorse fossero
utilizzate appieno, e che le recessioni fossero meno
frequenti e profonde, molte delle politiche realizzate non
sono state all’altezza di tali aspirazioni. L’Italia necessita
di migliori politiche volte a sostenere la domanda aggregata;
ma ha anche bisogno di politiche strutturali che vadano oltre
e non facciano esclusivo affidamento sulla flessibilità del
lavoro. Queste ultime includono interventi sui programmi di
sviluppo dell’istruzione e della conoscenza, e azioni dirette
a facilitare la mobilità dei lavoratori. Condivido l’idea per cui
le rigidità che ostacolano la crescita di un’economia debbano
essere ridotte. Tuttavia ritengo anche che ogni riforma che
comporti un aumento dell’insicurezza dei lavoratori debba
essere accompagnata da un aumento delle misure di
protezione sociale. Senza queste la flessibilità si traduce
in precarietà. Tali misure sono ovviamente costose.
La legislazione non può prevedere che la flessibilità del lavoro
si accompagni a salari più bassi; paradossalmente, maggiore
la probabilità di essere licenziati, minori i salari, quando
dovrebbe essere l’opposto. Perfino l’economia liberista
insegna che se proprio volete comprare un bond ad alto
rischio (tipo quelli argentini o Parmalat, ad alto rischio di
trasformazione in carta straccia), vi devono pagare interessi
molto alti. I salari pagati ai lavoratori flessibili devono esser
più alti e non più bassi, proprio perché più alta è la loro
probabilità di licenziamento.
In Italia un precario ha una probabilità di esser licenziato
nove volte maggiore di un lavoratore regolare, una probabilità
di trovare un nuovo impiego, dopo la fine del contratto,
cinque volte minore e fino al 40% dei lavoratori precari è
laureato. Ma se li mettete a servire patatine fritte o nei
call-center, perché spendere tanto per istruirli?
Grazie per l’ospitalità.

lunedì, settembre 17, 2007

DAL BLOG UFFICIALE DEL CREATIVECAMPBOLLENTISPIRITI

VFAQ (domande molto molto frequenti)
Posted In: non-interventi by Staff CreativeCamp
E' da un po' che pensavamo di pubblicare una pagina di Faq sul CreativeCamp. Poi un giornalista freelance, che abbiamo conosciuto sulla rete, ci ha proposto un'intervista dove le domande frequenti ci sono più o meno tutte. Ecco qui.

Cos'è un “Creative Camp”?

Il CreativeCamp è una occasione di incontro, discussione e scambio tra persone (giovani?) che si occupano di creatività a tutti i livelli: chi la fa per mestiere, chi per hobby, chi la studia, chi la racconta, chi la promuove nelle istituzioni o nel mercato. Crediamo che tutte queste persone abbiano cose da dirsi e da imparare gli uni dagli altri. Soprattutto in Puglia, dove ci sono realtà magari molto note a livello nazionale o internazionale e assolutamente sconosciute nella propria città. Per raggiungere questo obiettivo abbiamo pensato ad una formula molto libera e aperta: il cosiddetto BarCamp. Tradotto in italiano: non conferenza.

Qual è l'idea di “non conferenza”?

Hai presente una conferenza? Tutto il contrario. Niente saluti, poltroncine tipo cinema, fiori ai lati del palco… Una noia mortale. Qualche anno fa Harrison Owen, uno studioso americano, ha detto: il momento più produttivo di qualcunque meeting di lavoro è il coffee break. Una non conferenza è una specie di grande coffee break, a margine del quale si tengono alcune relazioni

Un'opportunità per promuovere talenti sommersi?

Detto così sembra un po' "La Corrida, dilettanti allo sbaraglio". Diciamo che si segue la stessa filosofia su cui si basa il world wide web: prima si pubblica e poi si verifica. La selezione la deve operare chi ascolta, non chi organizza. In un BarCamp non è maleducazione andar via se un intervento o una relazione non sono interessanti. Se partecipa un talento sconosciuto, può essere una buona occasione per farsi vedere. Se partecipa un pezzo grosso, magari si scopre che non è poi così interessante ciò che ha da dire.

Nel BarCamp lo spettatore cambia ruolo da passivo diventa attivo. Non c'è il pericolo di fare confusione fra i diversi temi?

La prima regola del BarCamp è "nessuno spettatore, tutti partecipanti". Quindi chiunque può prenotare un intervento e aver il suo spazio. Certo, il rischio che ci sia un po' di confusione c'è, ma sempre meglio della certezza della noia! Scherzi a parte, il barcamp è una pratica sperimentata in ogni angolo del mondo. Noi cercheremo di organizzare la cosa in modo che chiunque sia in grado di sapere cosa accade nelle 3 sale che avremo a disposizione e di decidere se gli interessa oppure no.

Che rapporto esiste fra temi affrontati e location dell'incontro?

La location è molto bella. Il complesso di Santa Scolastica a Bari Vecchia. E' uno dei luoghi prescelti per La Notte dei Ricercatori, l'iniziativa dentro la quale si svolge il CreativeCamp. Ci piace l'idea che un luogo così ricco di storia dia ospitalità ai giovani creativi. Siamo per gli scambi tra generazioni!

Come si fa a “promuovere il protagonismo dei giovani creativi”?

Semplicemente lasciando ai giovani creativi la possibilità di decidere cosa presentare e come. Solitamente si parte da una definizione rigida: cosa è la creatività? Cosa vuol dire giovane? Invertiamo la logica. Proviamo a lanciare un invito e vediamo chi risponde.

Ha un costo la partecipazione?

Assolutamente no. Nè selezioni e nè biglietti di ingresso. Ma nessuno viene pagato per il proprio intervento. Se poi hai qualcosa di veramente interessante da proprorre e vivi fuori regione, abbiamo un piccolo budget per il rimborso delle spese di viaggio. E l'invito vale anche per i non pugliesi!

Quali i possibili sbocchi a conclusione dell'Evento?

L'occasione per incontrarsi, scambiare e condividere rappresenta un valore in sé. Ma l'idea è che in Puglia si inizi a formare una vera comunità dei giovani creativi. Anzi, una comunità di comunità. Una rete di reti, insomma. Anche perché la Regione Puglia sta finanziando l'apertura di 65 laboratori per la creatività su tutto il territorio. E' una grande occasione che deve vedere i giovani creativi come parte attiva. Tutti partecipanti e nessuno spettatore. Come nel CreativeCamp.

Pensate ad un possibile tema da affrontare?

Dì creatività si può discutere in molti modi. Però la creatività bisogna praticarla, anzitutto. Speriamo che al Camp non ci siano solo parole ma opere, performance, improvvisazioni…

Chi ha già dato l'adesione?

Ad oggi abbiamo superato quota 60 iscritti, ma l'elenco sul sito del CreativeCamp l'elenco cresce di ora in ora. Ce n'è per tutti i gusti. Moltissimi non si conoscono tra loro. Per questo abbiamo aperto anche un blog all'indirizzo www.creativecamp.it. E sono iniziate le conversazioni…

Un messaggio per invitare chi fosse ancora indeciso?

Sentiti libero di decidere.